Intercultura e solidarietà – Umanità in viaggio per l’anno scolastico 2023-2024
“Intercultura e solidarietà – Umanità in viaggio”: ritorna anche quest’anno il progetto che ha accompagnato i nostri ragazzi della terza secondaria negli ultimi tre anni accademici.
Con gioia e calore abbiamo ospitato le associazioni InTerrAgire (nella persona di Daniela Volontè), l’Osservatorio per i Diritti dei migranti di Como (nella persona dell’avvocata Serena Arrighi)e Intesa Sociale (nella persona della dott.ssa Ersilia Foriglio), tre realtà locali che si occupano di accoglienza, assistenza e integrazione dei migranti.
Anche questa volta il progetto affronta in modo immediato il tema della migrazione e promuove i valori dell’accoglienza, della comprensione e dell’integrazione. Grazie alle testimonianze di due migranti, Ousman, 18 anni proveniente dal Gambia e Ourole, 35 anni proveniente dal Camerun gli studenti della classe 3^ Secondaria hanno avuto l’opportunità di esplorare storie incredibili, talvolta dolorose ma sempre ricche di speranza.
Le emozionanti testimonianze dei due migranti hanno ispirato gli studenti a organizzare un’indimenticabile festa di commiato durante l’ultimo incontro. Hanno donato al primo ragazzo un pallone da calcio, sapendo quanto fosse nostalgico della squadra del suo Paese natale, mentre al secondo hanno regalato alcuni libri in francese sulla città di Como, rispondendo al suo desiderio di conoscere meglio il territorio. Inoltre, i ragazzi sono rimasti impressionati dalle informazioni “tecniche” e legali che hanno appreso e dalla professionalità e solidarietà dimostrate dalle persone coinvolte nella gestione del progetto.
Ecco alcuni stralci tratti dalle riflessioni scritte dai ragazzi:
“E’ importante che tutti conoscano la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che stabilisce che migrare e spostarsi liberamente tra Paesi è un diritto di tutti […] Porterò questa esperienza con me e quando sentirò parlare di migrazioni, di razzismo ecc. non mi farò influenzare dai pregiudizi”
“Mi ha stupito il modo in cui la pedagogista Ersilia ha spiegato storie e argomenti toccanti in modo sereno, nonostante il suo lavoro sia davvero faticoso”
“Sono rimasto colpito dal modo in cui Osman, così giovane, si sia aperto con noi, raccontando parti della sua storia che non aveva raccontato nemmeno alle persone che si sono occupate della sua accoglienza”
“Ousman parlava apertamente, come se rivivendo il dolore, la povertà, la separazione dagli amici si sentisse quasi sollevato di mostrarsi. Alcune parti della sua storia riuscivo quasi a vederle nitide nella mia testa. […] Mi è piaciuto molto anche l’entusiasmo con cui l’avvocata e la pedagogista ci hanno coinvolto: tutti i giorni hanno a che fare con storie tristi, colme di speranze che potrebbero infrangersi da un momento all’altro.”
“E’ stato strano poter parlare direttamente con i migranti, di solito queste storie si sentono solo in TV. […] Mi si è spezzato il cuore a vedere Ourole che faceva fatica a parlare, magari per timore o perché è una persona riservata, ma non dimenticherò la sua faccia quando parlava del viaggio: gli si è improvvisamente spenta la luce negli occhi”
“Perché, per vivere in modo dignitoso, bisogna affrontare torture simili?”
“E’ da quando sono piccola che sogno di andare in Africa per portare il mio aiuto. Questo progetto e la possibilità di parlare con Ousman li ho visti come il primo passo per realizzare il mio sogno. […] Ho compreso che bisogna essere grati per ciò che si ha”
“Grazie a questi incontri ho imparato a vedere queste persone (sì, perché anche se “migrante” non è un termine dispregiativo, io li voglio definire PERSONE) con occhi diversi: sono dei sopravvissuti”
“Ho imparato tanti termini che prima non capivo o usavo nel modo sbagliato, come “richiesta d’asilo” o “rifugiato”
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