Storie di alpinismo, per i ragazzi di quarta primaria!
Quarta primaria, siamo a febbraio, all’inizio dello studio degli ambienti che caratterizzano la nostra penisola.
Seguiamo il percorso proposto dal nostro testo che prevede, come prima tappa, lo studio degli ambienti montani e iniziamo con l’approfondimento delle caratteristiche delle Alpi: ne impariamo la posizione geografica, riconosciamo dalle carte fisiche i colori che le contraddistinguono, recuperiamo le informazioni già studiate riguardo alla flora e alla fauna tipiche di questi luoghi.
Con la filastrocca “MA CON GRAN PENA LE RETI ATTILIO CALA GIU’” ci divertiamo a imparare i nomi delle nostre Alpi e a ricordarne l’orientamento e anche l’immagine dell’arco ci serve per memorizzare meglio la loro posizione.
Alcune fotografie proiettate alla Lim ci aiutano a immergerci di più nello studio di questi luoghi e anche qualche sguardo dalla finestra (nelle giornate più limpide) ci dà la possibilità di assaporare la bellezza dei nostri monti: dalla nostra classe infatti, abbiamo la fortuna di vedere il maestoso Monte Rosa e la sua catena.
Ma la montagna è molto di più di un’ immagine o uno sguardo veloce da una finestra: te ne puoi innamorare solo se la vivi da dentro, se ci metti sopra i piedi, se sperimenti la fatica e la gioia che sa provocarti.
Ecco perché, dopo aver approfondito anche lo studio delle attività dell’uomo sulle Alpi, ho deciso di proporre ai bambini un approfondimento sulla pratica dell’alpinismo.
Non è facile scoprire la montagna e le sue risorse stando seduti al proprio banco, ma siamo stati aiutati in questo da un ospite che è stato con noi (con tutte le precauzioni del momento) a raccontarci il suo amore per la montagna e le sue esperienze da alpinista (amatoriale).
E’ il 17 febbraio e Giuliano si presenta nella nostra classe con scarponi, pantaloni da montagna e un super zaino.
Giuliano è un settantenne di quelli che ancora hanno la forza e la voglia di vivere nuove avventure e i suoi capelli bianchi e il suo portamento ci fanno capire che di avventure ne ha già vissute parecchie!
Dopo le presentazioni inizia a mostrarci foto scattate da lui di montagne sulle quali, settimanalmente, ama percorrerne i sentieri. Sono i monti di casa nostra (così li definisce lui), quelli da cui si può vedere il lago da una nuova prospettiva.
Non siamo molto preparati su quali monti siano e solo pochi bambini riconoscono luoghi dove sono stati con le loro famiglie.
Giuliano ci parla del suo amore per la montagna, montagna che per lui è insieme di bellezza pura, di natura, di respiro fresco, di appagamento per gli occhi, di soddisfazione e di fatica.
Ci racconta che camminare in montagna è sempre un’avventura nuova.
La montagna ci racconta delle nostre origini, della nostra storia; ci mostra quanto è bella la natura e quanta responsabilità abbiamo nel preservarla e salvaguardarla (tema quanto mai attuale in questi tempi), inoltre ci mette a confronto con le nostre fragilità ma anche con la nostra capacità di superarle: in montagna infatti si fa fatica, si suda, a volte le gambe non ne possono più, ma tutto questo viene appagato dalla soddisfazione di aver raggiunto posti meravigliosi con le proprie forze, con la tenacia e la costanza. Non è facile spiegare questo concetto…. Come può far piacere faticare fino a sentire male alle gambe, ed esserne contenti?
Eppure è quello che la montagna suscita: una gioia che supera la fatica, una soddisfazione che appaga di tutti gli sforzi fatti. Ci dice che NE VALE LA PENA.
Ascoltiamo con attenzione e inizia la carrellata di domande. Qualche bambino racconta di aver provato queste sensazioni in qualche camminata fatta coi genitori. Giuliano sottolinea che la montagna ci offre comunque tante possibilità, da semplici passeggiate a escursioni più impegnative. Ci racconta, supportato da alcune foto, qualche sua esperienza di ferrata e di ghiacciaio che ha scalato. Riconosciamo alcune vette studiate sul libro: il Monte Rosa, il Monte Disgrazia, l’Ortles, il Gran Paradiso…..
E’ affascinante sentire i suoi discorsi e vedere i luoghi incontaminati che ha raggiunto. Il racconto è intriso delle sue sensazioni ed emozioni, di quello che a volte ha pensato e anche dello sconforto a volte provato; ma poi i suoi occhi si illuminano quando ci mostra le immagini in cui è sulla vetta
A questo punto ci parla del rispetto per la montagna: la montagna non è qualcosa da sfidare: scalare una vetta non significa vedere chi è più forte, vincerebbe sempre lei! Per questo andare in montagna significa anche sapersi attrezzare correttamente, utilizzare gli strumenti adatti e saper anche rinunciare o tornare indietro se le forze o le condizioni meteo non permettono di andare avanti.
Ed ecco che scopriamo cosa contiene lo zaino: Giuliano inizia a tirar fuori i ramponi, le ghette, la piccozza, il caschetto, la corda, l’imbrago, i moschettoni, i chiodi da ghiaccio….
La curiosità è a mille: per alcuni bambini alcuni oggetti sono sconosciuti e rimangono catturati dalla spiegazione del loro utilizzo; chi invece li conosce già ha l’entusiasmo e la soddisfazione di raccontare come fa a conoscerli.
E’ sicuramente un momento molto formativo: stiamo impariamo tante cose attraverso l’esperienza diretta di chi le ha vissute e, soprattutto, attraverso le sue emozioni.
Il tempo passa velocemente.
Giuliano ci lascia stimolando i bambini a vedere la montagna con occhi nuovi e a viverla di più, sempre con grande rispetto.
Non so se da questa quarta nasceranno futuri alpinisti, ma sono certa che, con questo piccolo intervento, l’obiettivo di aver sensibilizzato un pò di più alla curiosità e al rispetto per la montagna è stato raggiunto.
Mestra Elisa
Classe Quarta Primaria Scuola Don Carlo San Martino.