Uno, Nessuno e Centomila – il tema dell’anno 2024-2025
Il tema dell’anno – Luigi Pirandello come modello
Come ogni anno, iniziamo il nostro percorso accademico su uno specifico tema dell’anno. Per l’anno in corso, il nostro tema centrale prende ispirazione da un’opera fondamentale della letteratura italiana: Uno, Nessuno e Centomila di Luigi Pirandello.
Uno, Nessuno e Centomila di Luigi Pirandello è un’opera che affronta in maniera profonda e innovativa il tema dell’identità, interrogandosi su cosa significhi veramente “essere” e se sia possibile definire l’identità di una persona in modo stabile e univoco.
Partendo così da questo grande classico della letteratura italiana vogliamo dedicare questo anno accademico all’analisi e all’approfondimento del tema dell’identità.
Partiremo dall’assunzione che l’identità di una persona non è un blocco statico, ma un insieme di sfumature in continuo movimento. Come ci suggerisce Uno, nessuno e centomila, ciò che siamo cambia a seconda di chi ci osserva e del contesto in cui ci troviamo. Non esiste una verità unica su chi siamo: siamo tante versioni di noi stessi, riflesse negli occhi degli altri e nelle esperienze che viviamo.
Questa frammentazione non è necessariamente un limite, ma piuttosto una ricchezza: ci permette di adattarci, di evolvere e di comprendere che non dobbiamo essere definiti da un’unica maschera. L’essenza dell’individuo è, infatti, fluida e mutevole, in costante trasformazione. L’identità si costruisce giorno dopo giorno, nel dialogo tra ciò che pensiamo di essere e ciò che gli altri vedono in noi. E forse, proprio accettando questa molteplicità, possiamo abbracciare la complessità del nostro essere senza sentirci intrappolati in un’unica definizione.
La scuola gioca un ruolo cruciale nella costruzione dell’identità personale, poiché rappresenta uno dei primi contesti sociali in cui l’individuo si confronta con la pluralità di sguardi e giudizi. È un luogo dove si sperimenta, si scopre e si mette alla prova il proprio senso di sé, attraverso il confronto con i coetanei e le figure educative. Nelle aule, tra lezioni e momenti di socialità, si sviluppano non solo competenze cognitive, ma anche relazionali ed emotive, che aiutano ciascuno a delineare la propria identità.
La scuola diventa quindi un laboratorio di crescita, dove l’individuo può esplorare diverse versioni di sé, confrontandosi con la diversità e imparando a riconoscere le proprie capacità e i propri limiti. In questo ambiente protetto, gli studenti iniziano a formare una consapevolezza di sé più strutturata, alimentata da esperienze che vanno ben oltre l’apprendimento scolastico, abbracciando valori come il rispetto, l’empatia e la responsabilità. È un cammino che accompagna la crescita e aiuta a riconoscere che l’identità, come suggerito da Pirandello, è una realtà in continua evoluzione.
Ed è proprio sulla scia di queste forti convinzioni che struttureremo moltissime attività che vedranno coinvolti i nostri studenti, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria.
Uno, Nessuno e Centomila – le attività di accoglienza alla scuola secondaria
In linea con il tema dell’anno, abbiamo pensato e ideato alcune attività di accoglienza che hanno interessato i ragazzi della scuola secondaria.
Navi pronte a salpare – classe prima
Il tema dell’anno, “Uno, nessuno e centomila”, offre l’opportunità di esplorare il concetto di identità sotto molteplici aspetti. Nelle classi prime, questo argomento viene introdotto attraverso il video Who am I? A philosophical inquiry, che illustra il famoso paradosso filosofico della nave di Teseo. Tale paradosso si presta perfettamente per essere discusso in classi appena formate, in cui gli studenti, “mescolati” tra di loro, stanno creando nuove identità collettive, unendo ciò che erano a ciò che diventeranno insieme.
Dopo la visione del video, la riflessione si sviluppa con il supporto delle domande-guida degli insegnanti. Gli studenti sono invitati a riflettere su quali siano le parti fondamentali di una nave e a descriverne sia la funzione pratica sia quella simbolica, trovando un parallelismo con i propri compagni di classe. Queste riflessioni sono poi state annotate in un foglio diviso in quattro colonne, che esplorano il ruolo di ciascuna parte della nave, incluse le relazioni tra i compagni.
Infine, attraverso un’analisi di gruppo, si è approfondito il paragone tra la nave e la classe: in che modo ciascun membro può contribuire alle diverse funzioni del gruppo? Chi rappresenta la vela, chi il timone, chi l’albero o l’ancora? Al termine della discussione, ogni classe ha realizzato un modellino e un cartellone raffigurante la “nave-classe”, con il nome delle parti e dei compagni che meglio ne incarnano le caratteristiche.
Chi sono io, chi siamo noi – classe seconda
Questa attività di accoglienza si basa sull’idea che l’identità personale e quella collettiva siano aspetti inseparabili e di pari importanza nell’esperienza del “vivere la classe” e della vita scolastica. L’attività prende il via con la lettura del racconto L’aquila che si credeva una gallina, che diventa il punto di partenza per una discussione guidata dagli insegnanti. Attraverso domande stimolanti come “Come finirà la storia? L’aquila tornerà nel pollaio o inizierà a vivere secondo la sua vera natura?”, gli studenti sono incoraggiati a riflettere sulla propria identità. Si interroga anche il ruolo del contesto: “Quanto influisce l’ambiente in cui cresciamo?” e “L’aquila avrà influenzato le galline?”
La discussione, che parte dal racconto, mira a esplorare la percezione che i ragazzi hanno di sé stessi e del loro ruolo nel gruppo, collegando queste riflessioni alle loro esperienze quotidiane.
Successivamente, si passa a un’attività pratica. La classe viene divisa in cinque gruppi, e ogni studente riceve una maschera vuota di cartoncino. La parte esterna della maschera, che rappresenta ciò che mostriamo agli altri, viene decorata con il nome, immagini e dettagli che riflettono il ruolo dello studente nel contesto collettivo. I compagni di gruppo contribuiscono a personalizzare le maschere dei propri pari, aggiungendo ciò che vedono in loro. La parte interna, invece, è decorata solo dal proprietario della maschera e rappresenta la sua “natura” più intima e nascosta, attraverso due parole e due simboli. Le maschere vengono infine appese a un pannello, mostrando entrambi i lati, per rappresentare visivamente l’insieme della classe come un gruppo coeso, ma composto da identità uniche.
Una vita in scatola – classe terza
L’attività di accoglienza per la classe terza invita i ragazzi a riflettere sul percorso compiuto durante gli anni della scuola secondaria di primo grado, stimolando la consapevolezza di sé e dei propri desideri per il futuro. Il percorso inizia con la lettura di un estratto dal libro Eppure cadiamo felici, in cui un’adolescente condivide le sue difficoltà nel conciliare la propria percezione di sé con le opinioni e i giudizi degli altri, nei quali non riesce a riconoscersi.
A seguire, gli insegnanti hanno guidato una discussione sulle medesime tematiche, per aiutare i ragazzi a elaborare pensieri che saranno poi tradotti nella creazione di una “scatola del tempo”, da conservare e riaprire in futuro. Questa scatola conteneva oggetti, frasi e immagini che gli studenti hanno considerato rappresentativi del momento che stanno vivendo. Durante l’anno, anche compagni, insegnanti e genitori contribuiranno inserendo pensieri e ricordi significativi.
Infine, sul coperchio della scatola sono state posizionate in ordine cronologico tre immagini simboliche: una foto dello studente da bambino, una foto attuale e, al centro, uno specchio. Questa sequenza visiva rappresenta il passato, il presente e una riflessione su un futuro in continuo divenire.