La scuola si aggiorna: Io so, io sono, io suono
La competenza emotiva al servizio dell’attività creativa e dell’apprendimento
I docenti dell’Istituto Don Carlo San Martino il giorno 6 settembre hanno partecipato ad un corso di formazione che ormai sta diventando una tradizione, non solo per loro, ma anche per gli insegnanti del territorio comasco che, tutti gli anni, partecipano numerosi.
La competenza emotiva al servizio dell’attività creativa e dell’apprendimento
I docenti dell’Istituto Don Carlo San Martino il giorno 6 settembre hanno partecipato ad un corso di formazione che ormai sta diventando una tradizione, non solo per loro, ma anche per gli insegnanti del territorio comasco che, tutti gli anni, partecipano numerosi. Gli insegnanti vengono accolti dal Dirigente scolastico Attilio Bergamini che introduce il corso parlando di competenza emotiva; questo aspetto, già preso in considerazione in passato, deve occupare un posto rilevante nella vita delle persone e va curato dai docenti a scuola. L’esperienza che ogni persona ha della realtà è sempre interpretata dalla persona stessa. Bisogna partire dall’idea che il mondo è una rappresentazione personale e che è questa che poi viene trasmessa; la mediazione personale viene veicolata sotto la profonda influenza dell’aspetto emotivo. A questo proposito viene preso in considerazione il certificato delle competenze, nello specifico la “Consapevolezza ed espressione culturale” che riserva particolare attenzione alla cura e allo sviluppo di esperienze ed emozioni che si ampliano attraverso arte e cultura. Gli insegnanti devono tenere presente quanto l’emotività influenzi l’apprendimento; diventa perciò molto importante l’accoglienza che viene riservata agli alunni, e l’aiuto che viene loro dato per affrontare al meglio le emozioni negative e positive. Viene preso ad esempio il film d’animazione Inside out che cerca di spiegare l’avvicendarsi delle emozioni e facilita la loro classificazione. Nel rapporto con gli studenti diventa centrale la conoscenza di sé che favorisce la sostituisce della vecchia scuola di stampo nozionistico proponendo una scuola che aiuta gli alunni a essere consapevoli dei propri processi cognitivi. Gli insegnanti tengano sempre presente il rapporto che intercorre tra i processi emotivi e l’apprendimento, quest’ultimo da intendersi come sintesi di proiezione e introiezione. Il segreto per una comunicazione e per una identificazione reciproca è mettersi a disposizione dell’altro in modo empatico.
Dopo il contributo della Prof.ssa Redaelli, che ha proposto un momento di riflessione veicolato da un testo poetico, l’esperto Carlo Virzì interviene chiedendo agli insegnanti di pensare a tre motivi per i quali un insegnante dovrebbe essere fiero; infatti per essere efficaci nel rapporto con gli altri bisogna occuparsi prima di se stessi. I partecipanti vengono portati a riflettere sulle abitudini comportamentali che le persone attuano quotidianamente, ne risulta che: nonostante si abbiano diverse possibilità di agire, si è soliti fare sempre la stessa cosa, o attuare lo stesso comportamento semplicemente perché influenzati dall’abitudine. A scuola è necessario vagliare e attuare diverse possibilità di comportamento, nel tentativo di rispettare le esigenze degli individui con i quali ci si confronta. Bisogna sempre essere consapevoli delle azioni che si mettono in atto, ricordandosi che si può scegliere, calibrare ed essere consapevoli del proprio agire. In questo modo si passa perciò dal re-agire meccanicamente all’agire, cioè all’essere padroni di sé. Bisogna aiutare gli alunni a comprendere che tutto può essere imparato e che per farlo bisogna ispirarsi a persone che hanno raggiunto risultati importanti, nella sostanza, bisogna stupire i ragazzi, facendo loro conoscere il meglio di ciò che li circonda. La motivazione ultima dell’agire di tutti è il raggiungimento della felicità, appare necessario cercare quindi aiutare gli studenti a raggiungere questo obiettivo in modo consapevole e positivo. Vengono poi proposte delle attività laboratoriali per allenare la capacità dei ragazzi a “sentirsi ed esserci”. Gli alunni vogliono essere guidati; amano, contrariamente da quanto si possa pensare, lavorare in modo ordinato e rilassato. L’ambiente di apprendimento deve perciò favorire lo scambio e aiutare i ragazzi a sentirsi bene.
Alla luce di quanto detto, risulta importante per gli alunni e per gli insegnanti sperimentare, mettersi in ascolto e interagire.