Emergenza Coronavirus: come vivono la situazione bambini e adolescenti?
E’ ancora presto per capire quali ripercussioni avrà questo periodo di isolamento e confinamento sociale nello sviluppo emotivo di bambini e adolescenti. E’ da poco cominciata la così chiamata FASE 2 che dovrebbe riportarci piano piano a vivere la nostra vita di prima. Molti gli interrogativi su come sarà la vita post-Covid e se saremo in grado di superare completamente questo periodo. Per moltissime famiglie l’emergenza Coronavirus ha significato un vero e proprio cambiamento sia emotivo che pratico: la gestione dei figli non è semplice soprattutto per chi ha continuato a lavorare. La scuola, travolta dagli accadimenti e dalle limitazioni, ha fatto il possibile per adempiere al ruolo fondamentale che ricopre nella vita di ciascun bambino. Ma può bastare l’erogazione delle lezioni online? E’ possibile mantenere le relazioni attraverso la mediazione di uno schermo? Nella delicatissima e fondamentale età dello sviluppo, le basi del carattere si costruiscono su condivisione, relazione con l’altro e confronto costante. Bambini e adolescenti si trovano a subire quest’isolamento forzato e spesso reagiscono in modo difficile. Dobbiamo capire che non sono solo capricci ma esigenze imprescindibili.
La crescita è una questione di “cervello”
Il cervello è uno degli organi che racchiude ancora oggi tantissimi misteri. Se pensiamo, inoltre, che l’infanzia e l’adolescenza sono “scoperte” recenti dal punto di vista biologico ecco svelato come mai spesso cerchiamo risposte che purtroppo non ci sono. Infatti, per secoli ci si è interessati ben poco agli esseri umani in via di sviluppo, immaginandoli come adulti in miniatura. Sono solo degli ultimi vent’anni gli studi sul cervello e la ricerca di connessioni tra l’apprendimento e la capacità relazionale. Prima di questi approfondimenti si pensava che i bambini della scuola dell’infanzia avessero già raggiunto la maturazione dei circuiti encefalici. Sappiamo invece che devono passare ancora molti anni prima che il cervello possa raggiungere “l’età adulta”. Quali sono, quindi, i motivi per cui gli adolescenti hanno spesso reazioni che fatichiamo a comprendere? Chiunque ha dei figli adolescenti o si rapporta con loro ogni giorno come gli insegnanti, deve sapere che, sebbene per molti aspetti possano sembrare già grandi, il cervello è profondamente diverso da quello degli adulti. Il cervello è l’organo che più di ogni altro contraddistingue gli esseri umani, ma è anche quello meno sviluppato alla nascita; in un neonato è circa il 40% di quello di un adulto, non solo per le dimensioni, ma soprattutto per la struttura delle sue connessioni interne. Lo sviluppo cerebrale avviene a partire dalla parte posteriore per arrivare solo progressivamente a quella anteriore. Ciò significa che il “cablaggio” del cervello inizia da strutture che controllano i processi motori e quelli sensoriali (vista, udito, equilibrio…), per poi procedere verso la corteccia anteriore deputata al giudizio, al controllo degli impulsi, alla presa di decisione razionale. Questo processo di connessione delle aree cerebrali non può dirsi completo prima dei 25 anni, per questo le significative difficoltà degli adolescenti nel comprendere le conseguenze delle loro azioni e nel prendere decisioni ponderate vanno pertanto attribuite all’incompleto e insufficiente sviluppo della connettività con la parte razionale del cervello. Inoltre, durante l’adolescenza si intensifica l’attività di circuiti cerebrali che utilizzano un neurotrasmettitore prodotto dal cervello – la dopamina – e ciò porta i ragazzi ad essere particolarmente attratti da esperienze capaci di dare un senso di euforia. Immaginiamo quale frustrazione stiano vivendo ora che non potendo vivere nuove esperienze si trovano ad affrontare giornate per lo più scandite dagli stessi ritmi e soprattutto dalle stesse persone. Non dimentichiamo in più che il periodo adolescenziale è caratterizzato dall’esplosione degli ormoni sessuali che influenzano il sistema limbico e tutto il complesso sistema di ricordi e emozioni. La maggior attività delle aree limbiche spiegherebbe come mai gli adolescenti sono così particolarmente sensibili agli sbalzi di umore e soggetti a reazioni eccessive, ad esempio di rabbia o di angoscia. Le emozioni possono emergere in modo rapido e intenso senza che le funzioni esecutive, ancora in via di sviluppo, riescano a fungere da regolatori. Recenti studi hanno evidenziato come quando agli adolescenti si mostra la foto di un volto con espressione neutra vi sia l’attivazione dell’amigdala, un’importante area cerebrale parte della regione limbica, coinvolta in reazioni emotive quali rabbia e paura. Negli adulti la stessa immagine attiva solo la parte più “razionale” della corteccia. Alla luce di questo esperimento è più facile capire le reazioni spesso intense degli adolescenti ad affermazioni o opinione che secondo un adulto sono del tutto neutre ma che gli adolescenti percepiscono, invece, come aggressive. Questo spiega perché siano spesso umorali, irritabili e impulsivi e stiano vivendo questo momento così particolare con angoscia, sovraeccitazione e sbalzi di umore.
Trasformare gli eventi negativi in risorse attraverso il ricordo positivo
Ci capita a volte di confrontare i nostri ricordi con fratelli o genitori e renderci conto che uno stesso momento può essere rimasto scolpito nella memoria con un carico emotivo completamente diverso a seconda della persona che l’ha vissuto. Com’è possibile? Il cervello di bambini e adolescenti è fortunatamente una macchina in continuo apprendimento e rielaborazione. Sostituisce continuamente informazioni attraverso lo sfoltimento di ciò che è meno utile e meno utilizzato, e incamera, in cambio, una quantità enorme di nuove informazioni che, se sottoposte a richiamo ripetuto, danno luogo al potenziamento a lungo termine e alla stabilizzazione delle sinapsi e quindi a un consolidamento dei ricordi in via stratificata. Facciamo un esempio concreto. Se il bambino dopo un’attività di gioco con i compagni interiorizza frustrazione per qualsiasi motivo – è stato preso in giro o non è riuscito a fare quello che avrebbe voluto – si deposita nel suo vissuto un ricordo negativo legato a quell’attività. Grazie alla rielaborazione di quello stato d’animo compiuto attraverso un’attenta verbalizzazione da parte di un adulto è possibile che il ricordo si sedimenti come positivo. E’ importante sfruttare questa capacità adattiva del cervello di bambini e adolescenti per trasformare un periodo negativo in una serie di ricordi positivi che possano diventare una risorsa per lo sviluppo. È necessario essere consapevoli delle difficoltà determinate dal naturale periodo dello sviluppo del cervello e mostrarsi tolleranti e, soprattutto, mantenere aperto un canale di comunicazione che consenta ai figli di apprendere progressivamente a riflettere su di sé e sulle cose, a vederle da punti di vista diversi e a incanalare le loro energie potenti e disordinate in direzioni positive. L’esempio positivo della guida degli adulti è molto importante il messaggio che deve rimanere impresso nei ricordi dopo questa esperienza è di collaborazione con gli altri. Essere utili e in relazione con gli altri anche se a distanza è possibile.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la fascia di età tra i 12 e i 17 anni dovrebbe svolgere ogni giorno almeno un’ora di attività fisica per promuovere e mantenere uno stato di buona salute e il peso nella norma. Anche perché – si sa- l’attività motoria scatena serotonina e ormoni che danno gioia e rilassamento.
Cosa possono fare i genitori per promuovere l’attività fisica a questa età?
- Dare l’esempio, se i genitori sono attivi anche i figli lo saranno.
- Incoraggiarli a fare l’esercizio fisico svolto abitualmente o a iniziare gradualmente a muoversi.
- Creare luoghi sicuri in cui si possano allenare.
- Limitare l’utilizzo di televisori, PC, tablet e cellulari. Considerare il tempo per lo svolgimento dell’attività didattica (la maggior parte del tempo) e un massimo di 2 ore al giorno per il mantenimento delle relazioni e lo svago attraverso questi strumenti.
- Cercare di far rispettare i consueti orari per il sonno.
Alcune attività trasversali, importanti per lo sviluppo, sono:
- il movimento libero: ballo, salti, stretching
- il gioco con i fratelli/sorelle o con i genitori o altre persone che vivono in casa
- la musica e la lettura per favorire l’apprendimento e rilassarsi
- il disegno, la pittura per stimolare la creatività
- lo svolgimento di alcuni lavori domestici, come: cucinare, spolverare, passare l’aspirapolvere, apparecchiare/sparecchiare la tavola, rifare il letto e ordinare la camera, lavare i vetri, occuparsi del giardino o del terrazzo, ecc per sentirsi utili e responsabilizzati all’interno del contesto familiare.
Ricordiamoci che non siamo soli, insegnanti e professionisti nel sostegno psicologico sono a disposizione per parlare e valutare insieme qualunque situazione di disagio e difficoltà.