Educarsi ad educare
“Il punto di partenza deve sempre essere la volontà di porre i ragazzi nella condizione di migliorare la realtà in cui viviamo. Come adulti, come insegnanti, come genitori abbiamo il compito di guidarli in modo che nel loro futuro possano essere felici”. Con questo stimolo la dottoressa Todaro ha iniziato la serata del 17 marzo, una serata di ascolto, di scambio, di crescita. Molto spesso, troppo spesso manca agli adulti la motivazione, lo stimolo per continuare a rapportarsi in modo proficuo con i ragazzi. Le azioni sono mosse dalla routine, non si ha il tempo di spiegare il perché delle azioni, non si ha il tempo di dire ai ragazzi, ai figli, agli alunni, che si è felici di stare con loro, di condividere, di imparare gli uni dagli altri. La sensazione di essere imperfetti non deve ostacolare perché “Noi siamo imperfetti ma efficaci, cioè consapevoli di essere imperfetti, ma efficaci proprio perché riconosciamo il nostro limite”. Si deve aver voglia di avere un rapporto con i ragazzi, bisogna testimoniare loro la vocazione, si deve essere testimoni della propria vocazione genitoriale ed educativa: essere testimoni implica l’”esserci”, il comunicare, il conoscere, il trasmettere qualcosa.
L’obiettivo è portare i figli a dire: “Papà, mamma di voi…MI FIDO!”. Nella relazione educativa si evidenzia quindi non solo un sapere/dovere, ma anche un condurre-guidare i ragazzi. Questo concetto è stato approfondito da Don Teresio durante l’incontro di mercoledì 25 marzo. Centrale l’importanza di essere, per i più piccoli, guide nel tempo: il tempo che noi abbiamo deve essere vissuto, non sempre organizzato, ma sentito e sfruttato, lasciato libero ed essere riempito dai valori e dai legami. Fondamentale nelle relazioni la condivisione, il donare, il dare senza volere nulla in cambio, la gratuità dell’Amore deve essere la base per ogni rapporto. Certo è che il ruolo dell’adulto non è sempre facile, i figli non sono sempre disposti a rispettare il ruolo genitoriale; i ragazzi però inconsapevolmente ricercano sicurezza e allora l’adulto deve mantenere il suo ruolo perché “l’autorevolezza rende credibile l’esercizio dell’autorità”. L’educatore è quindi un testimone della verità e del bene che non cerca da solo, ma insieme ai ragazzi, ed è proprio su questo INSIEME che si fondano le alleanze educative, una rete fondamentale per far crescere gli uomini e le donne del futuro.